La storia di Isuzu inizia in Giappone oltre 100 anni fa, nel 1916, quando la Tokyo Ishikawajima Shipbuilding and Engineering Co. Ltd., costituita nel 1893 e la Tokyo Gas and Electric Industrial Co. iniziano una collaborazione per la costruzione di una fabbrica di veicoli a motore.
Ha inizio la produzione di veicoli in collaborazione con un produttore britannico di mezzi, Wolseley Motor Ltd. Fondata alla fine dell’800 dal trentenne Herbert Austin, il marchio esisterà fino al 1975 e, dopo aver prodotto alcuni modelli, nel 1918 stipulò accordi con la Ishikawajiama Ship-Building and Engineering, che portarono alla produzione di nuovi veicoli, a partire dal 1922.
Dopo 4 anni di sviluppo, la Tokyo Ishikawajima Ship-Building and Engineering presenta il primo veicolo per il trasporto passeggeri prodotto in Giappone, la Wolseley A9. Si trattava di un mezzo con componenti provenienti dal Regno Unito, ma alcuni altri, come la carrozzeria ed il motore, furono interamente concepiti e realizzati presso gli impianti della Tokyo Ishikawajima Ship-Building and Engineering. Una vettura con motore 4 cilindri da 2.6 l, capace di erogare fino a 11.6 kW, ed equipaggiata con albero a camme in testa derivato dalla stessa tecnologia utilizzata per gli aeroplani dell’epoca. Una serie di innovazioni che hanno gettato le basi per il futuro, a partire dalla Wolseley A9, oggi universalmente conosciuta come “il primo veicolo per il trasporto passeggeri costruito in Giappone”.
Viene prodotto il modello “Sumida CL”, che presenta i primi miglioramenti in termini di efficienza dei consumi e potenza. Il nome “Sumida” deriva dall’omonimo fiume, nei cui pressi era collocato l’impianto di produzione. L’anno successivo, nel 1929, dopo numerosi modelli e migliorie, vede la luce il “Sumida M Bus”, il primo modello di bus prodotto in Giappone, che negli anni contribuirà allo sviluppo di una sempre più moderna rete di trasporti pubblici.
Nel 1933, l’Ishikawajima Automotive Works, dopo la fusione con DAT Automobile Manufacturing Inc., cambia il suo nome in Automobile Industries Co., Ltd e inizia la produzione di un veicolo che seguisse gli standard dettati dal governo dell’epoca.
Nel 1934, dopo un incontro tra la società ed il Ministero per il Commercio Internazionale e dell’Industria (MITI) giapponese, i veicoli, commercializzati in un primo momento come "Sumiya" e "Chiyoda" vennero denominati “Isuzu”, dal nome del fiume che ha la sua sorgente e la sua foce nella città di Ise, nella Prefettura di Mie, in Giappone, il cui significato letteralmente è “50 campane”. Il fiume Isuzu è particolarmente degno di nota in quanto scorre attraverso il Grande Tempio di Ise ed è attraversato dal Ponte Uji, entrata del Grande Tempio di Ise. Data la sua vicinanza al Sacro Tempio, il fiume Isuzu è stato spesso venerato e citato in numerosi poemi e canzoni, che si tramandano ancora oggi attraverso i secoli.
Vengono sviluppati e prodotti i primi motori diesel raffreddati ad aria per autoveicoli, il DA6 ed il DA4. Da questo momento inizierà anche l’evoluzione dei motori ISUZU, che porterà allo sviluppo ed alla realizzazione degli attuali motori presenti sui veicoli ai giorni nostri.
Il 9 aprile 1937, con un capitale di 1 milione di yen, Automobile Industries si fonda con Tokyo Gas & Electric Co., dando vita alle Tokyo Automobile Industries Co., Ltd.
Nell’agosto del 1938 inizia la produzione del modello TX40, camion con una capacità di carico utile fino a 2 tonnellate, che si caratterizzava per il suo essere particolarmente solido e poderoso.
La storia continua e dal gennaio 1948 inizia la produzione del bus ad alimentazione diesel modello BX91, capace di trasportare fino a 50 passeggeri, che sarà la base per la realizzazione, a partire dal 1949, di numerosi altri modelli di bus.
Il nome della società cambia definitivamente in “ISUZU Motors Limited”, con un aumento di capitale investito pari a 150 milioni di yen. Nello stesso anno iniziano le prime esportazioni di veicoli verso Hong Kong.
Dopo un accordo con il Gruppo Rootes, Ltd. UK, viene inaugurata la prima linea di produzione del nuovo veicolo passeggeri, l’ISUZU Hillman Minx, che quattro anni più tardi verrà prodotto con componenti prodotte interamente in Giappone.
Nel 1959, Isuzu lancia sul mercato giapponese il suo primo camion leggero, l’ELF, capostipite di quella che sarà poi universalmente conosciuta come “Isuzu Serie N”.
Nel gennaio del 1961, con una capacità di carico di quasi 2 tonnellate, viene presentato al pubblico l’ELFIN. Il motore DL201, di nuova concezione, rappresentava l’eccellenza per i motori diesel dell’epoca.
Nell’ottobre dello stesso anno viene presentata al pubblico una nuova passenger car, la Bellel. Primo veicolo il cui design fu totalmente concepito da Isuzu e prima passenger car giapponese con un motore diesel, venne particolarmente apprezzata grazie al suo impiego come taxi.
Il 1963 è l’anno di presentazione del truck compatto di ISUZU, il Wasp, la variante commerciale dell’Isuzu Bellett, che sarà commercializzato nelle versioni da 1325 cc e da 1764 cc e prodotto fino al 1972.
Nell’aprile del 1964 viene presentata la serie “Bellett”, primo veicolo ISUZU esportato in Europa, la cui gamma includeva la prima sport car della casa giapponese, la Bellett 1600 GT. La Bellett 1600 GT venne prodotta anche in versione GT-R (racing), ed il veicolo è utilizzabile anche nei famosi videogame Gran Turismo 4, 5 e 6.
Fa la sua comparsa sul mercato il truck “TY”, il “Medium Heavy Duty Truck” da 4 tonnellate, poi rinominato “FORWARD”, precursore di quella che oggi è universalmente conosciuta come “Isuzu Serie F”.
Questo è l’anno del debutto dell’ISUZU 117 Coupé, mostrata per la prima volta al pubblico al Salone di Ginevra nel 1966 e resa famosa anche grazie al fatto che le sue linee vennero realizzate da Giorgetto Giugiaro.
La vettura viene commercializzata a partire dal 1968 in una media di 50 esemplari al mese. Equipaggiata con un motore quattro cilindri di 1584 cm³ derivato dalla Bellett, il propulsore erogava 120 CV a 6400 giri/min e, accoppiato ad un cambio manuale a quattro rapporti, permetteva alla vettura di raggiungere i 190 km/h. A questa versione si affiancavano la EC, con motore ad iniezione elettronica Bosch potenziato a 130 CV, e le più tranquille 1800 e 1800 N, con motore di 1817 cm³ a carburatore, rispettivamente capaci di erogare fino a 115 e 100 CV.
Dal 1972, Isuzu inizia la produzione e la commercializzazione del pick-up Isuzu Faster, che verrà prodotto fino al 2002. La diffusione di questo veicolo verrà facilitata anche grazie all’accordo tra Isuzu e General Motors (GM), che distribuirà l’Isuzu Faster in Europa tramite la sua filiale “Bedford”. Il veicolo prenderà quindi il nome di “Bedford KB” o “Isuzu KB”.
Viene introdotto il “Faster-Rodeo”, versione 4x4 dell’Isuzu Faster, la cui prima generazione sarà prodotta fino al 1980. Tra il 1980 e il 1988 venne prodotta e commercializzata la seconda generazione, che fu la prima, a partire dal 1982, ad essere offerta in 3 possibili diverse cabine: “Single Cab”, “Double Cab” e “Space Cab”.
Disegnata nel 1966, quinta opera di Giugiaro, vettura che darà vita all’Isuzu Piazza, considerata l’ideale successore della Isuzu 117 Coupé, stiamo parlando dell’Isuzu Asso di Fiori by Italdesign.
Autoveicolo nato a fine anni ’70 e che conserva il pianale dell’Isuzu Gemini 1800, al Salone di Ginevra del 1979 si presenterà come una vera rivoluzione per il mondo dell’automobile, con alcune caratteristiche che, da questo momento, verranno adottate da un terzo delle vetture prodotte tra il 1981 ed il 1987. L’eliminazione dei gocciolatoi esterni, sostituiti da una grondaia nella guarnizione della battuta porta, i cristalli a filo carrozzeria, porte e portelloni integrali, cioè con un design tale da permettere alla lamiera di avvolgere e coprire il montante centrale ed il tetto, sono le caratteristiche peculiari di questa vettura Isuzu, che montava un motore 4 cilindri da 1818 cc capace di erogare una potenza pari a 130 cv.
Nel 1978 Giorgetto Giugiaro venne incaricato di progettare una nuova sportiva Isuzu per sostituire la 117 Coupé, anch’essa disegnata da lui.
Il suo progetto venne presentato al Tokyo Motor Show del 1979 e, dopo essere stato acclamato dalla critica, la produzione dell’Isuzu Piazza iniziò a partire dal settembre 1980, in Giappone, a Fujisawa. Proposta sul mercato del Nord America con il nome di Isuzu Impulse e sul mercato australiano come Holden Isuzu, nel 1985 venne successivamente introdotta anche in Europa, dove è ancora oggi conosciuta ed apprezzata con il suo nome originale, Isuzu Piazza, appunto.
Il 1981 è l’”Anno del Trooper”, conosciuto per un breve periodo in Giappone come “Isuzu Rodeo Bighorn”. Equipaggiato inizialmente con motori da 1,9 a 2,2 litri, la prima serie fu prodotta fino al 1991. Dal 1992 il Trooper viene aggiornato ad una seconda serie e commercializzato in Europa come Opel Monterey, diventando più comodo, più potente e più accessoriato. Il motore equipaggiato è un 3,2 litri e dal 1996 alcuni modelli presentano il sistema “Shift-On-The-Fly”, per inserire il 4x4 con veicolo in movimento. La seconda generazione sarà prodotta fino al 2002, ma ancora oggi il Trooper è un veicolo di culto tra gli appassionati, capace, negli anni, di vincere anche numerosi premi in diverse competizioni.
Prodotta in diverse verioni dal 1974 al 2000, l’Isuzu Gemini fu un’auto subcompatta, il cui design venne commissionato a Giorgetto Giugiaro, che disegnò anche la Isuzu 117 Coupé, e la Isuzu Piazza
La prima serie, inizialmente chiamata Bellett Gemini, nacque alla fine del 1974 grazie anche all’alleanza stretta qualche anno prima con General Motors. Disponibile con carrozzeria berlina a 4 porte e coupé a 2 porte, la trazione era posteriore (Isuzu Gemini RR) ed erano disponibili motori, anch’essi posteriori, alimentati a benzina o a gasolio.
La seconda generazione della Gemini aveva motore e trazione anteriore e prese il nome di Isuzu Gemini FF, appellativo poi abbandonato a partire dal 1987, a favore del solo “Isuzu Gemini”.
Disegnata presso lo studio Isuzu Technical Center of America in California e definita dal Chief Designer Takao Honda come una "Swan Concept", questo prototipo di Isuzu da 300 cv si presentava come un “cigno nell’acqua”, concetto esemplificato anche dai due colori: la parte superiore, azzurra, rappresentava la bellezza, accentuata anche da linee morbide, mentre la parte inferiore doveva idealizzare la motricità, con il motore da 1588 cc sistemato centralmente, dietro la cabina di guida a due posti, a cui si accedeva letteralmente alzando un’apposita struttura.
Vera novità per l’epoca, il cambio automatico era gestito da un computer che permetteva di cambiare la velocità dei passaggi da una marcia all'altra a seconda dello stile di guida e della strada.
1989, Tokyo Motor Show. Isuzu presenta al mondo la concept car 4200R, nata sotto la direzione di Shiro Nakamura, noto car designer che nel 1988 aveva creato l'Isuzu Design Centre a Birmingham, in Inghilterra, dove radunò un gruppo di promettenti designer capaci di dare vita ad una vettura da 2+2 posti che nel cofano posteriore ospitava un 8 cilindri da 4,2 litri, per una cilindrata di 4200 cc, in grado di erogare oltre 300 cv.
Le linee avveniristiche, le strumentazioni digitali, a trazione integrale ed il cambio manuale a cinque rapporti, sono solo alcune delle caratteristiche che hanno lasciato un ricordo indelebile della 4200R. Si trattava di un vero e proprio ufficio su 4 ruote, con dotazioni molto avanzate per l’epoca: montava infatti uno dei primi navigatori satellitari con display a colori ed erano installati anche un lettore audio e videocassette e perfino un fax.
Purtroppo oggi della 4200R rimane solo il ricordo, reso possibile anche dalla presenza della vettura in Gran Turismo 5 e 6.
Basato sull’Isuzu Faster, l’Isuzu MU fu il SUV di medie dimensioni di casa Isuzu, prodotto nella versione a 3 porte a partire dal 1989 e in quella a cinque porte dal 1990, prima di avere un aggiornamento per entrambe le versioni verso la fine degli anni ‘90, introducendo una seconda versione dei mezzi, con anche un nuovo nome per la versione a 5 porte, da ora denominata “Isuzu Wizard”. In Europa venne commercializzato come Opel Frontera per la versione a 5 porte e Opel Frontera Sport per la versione a 3 porte. Una curiosità: l’acronimo “MU” sta per “Mysterious Utility”, proprio per porre in evidenza i molteplici usi per i quali questo mezzo poteva essere impiegato.
Presentata al Tokyo Motor Show nel 1991 e disegnata dal celebre car designer Simon Cox, l’Isuzu COMO era equipaggiata con un motore in ceramica V12 da 740 cv derivato dal motore di una vettura da F1.
Quattro i posti a bordo di questa concept car, il cui ponte posteriore si ispirava a quello dei moderni pick-up, facendo guadagnare all’Isuzu COMO l’appellativo di “grand sports-utility vehicle”.
Una concept car anfibia Isuzu, ecco in sintesi cos’era la Nagisa Amphibious Concept, presentata al Tokyo Motor Show nel 1991. Equipaggiata con un motore V6 di 3,2 litri, era in grado di trasportare 2 passeggeri, raggiungendo su strada una velocità massima di 100 km/h e gli 8 nodi in acqua.
Precursore di molti veicoli anfibi, le ruote potevano essere retratte per la navigazione e, considerata l’assenza di portiere, l’accesso al veicolo avveniva grazie a due pedane situate nella parte posteriore, ai lati del motore idrogetto.
Dopo una serie di concept car, dal 1997 Isuzu iniziò la produzione del suo SUV compatto, il VehiCROSS, che verrà prodotto fino al 2001, e a cui negli anni seguirono due versioni aggiornate: il VehiCROSS VX-02 ed il VehiCROSS VX-04. Presentato per la prima volta al pubblico in occasione della trentesima edizione del Salone di Tokyo, nell’ottobre del 1993, nacque dalla collaborazione tra il designer giapponese Satomi Matuyama e Shiro Nakamura e dalle intuizioni del celebre tecnico inglese Simon Cox, all’epoca responsabile del progetto.
Arrivato in Italia per la prima volta in occasione del Motorshow di Bologna nel 1999, il SUV compatto a due posti era capace di erogare fino a 215 CV, ed era dotato di trazione integrale permanente, differenziale autobloccante, marce ridotte, telaio a doppi longheroni e traverse, con sospensioni anteriori indipendenti a doppio trapezio e posteriori ad asse rigido. Queste caratteristiche, insieme a linee molto particolari, al cambio automatico e ad un’altezza da terra pari a 32 cm, lo resero anche protagonista, nel 2000, di alcune sequenze nel film di fantascienza “Mission to Mars” del celebre regista Brian De Palma.
Il 2002 è l’anno del veicolo forse più famoso di casa Isuzu: il D-Max.
Progettato in collaborazione con la General Motors e presentato presso gli stabilimenti Isuzu in Thailandia, già dalla prima generazione era presente la possibilità di averlo con trazione 4x2 o 4x4 e con diverse tipologie di cabina: Single Cab (cabina a due posti con ampio cassone), Space Cab (cabina 2+2 posti con cassone leggermente più corto), Crew Cab (cabina 5 posti con cassone più corto).
Nel 2007 il D-Max sarà sottoposto ad un restyling, in particolare della parte frontale e del motore. I due motori diesel allora disponibili, da 2.5 e 3.0 TD, ebbero un aumento in termini di potenza, passando rispettivamente da 101 a 136 e da 131 a 163 CV.
La seconda generazione debutta in Europa nel 2012 ed oltre ad essere rinnovata nel design sia interno che esterno, presenta da ora una vasta gamma di sistemi di sicurezza attiva e passiva, di serie su tutta la gamma: 6 airbag (2 frontali, 2 laterali e 2 a tendina), ABS con assistenza alla frenata e controllo elettronico della stabilità (ESP).
Con il modello del 2012, abbinabili alle 3 tipologie di cabina (Single, Space e Crew), sono da ora disponibili 6 differenti equipaggiamenti:
Il motore disponibile era un Euro 5, 2.5 biturbo diesel, da 163 cavalli, frutto di numerose evoluzioni e miglioramenti da parte di ISUZU.
Con il restyling del 2016, il motore 2.5 biturbo viene sostituito dal nuovo 1.9, che mantiene i 163 cavalli della versione precedete. Il peso del mezzo viene ridotto e il viene introdotto un nuovo design dei fari, da ora con luci diurne a LED, oltre a nuovi paraurti anteriori. Internamente il rinnovamento è totale, con nuovo impianto multimediale con touchscreen, navigatore satellitare ed una nuova plancia per i comandi del clima.
Il motore è stato completamente riprogettato per rispettare le vigenti normative anti inquinamento, grazie al sistema LNT (Lean NOx Trap) per ridurre gli ossidi di azoto (NOx), senza l’impiego di AdBlue.
La distribuzione a catena, il trattamento termico per induzione per ridurre l’usura, la cinghia dei servizi singola con autotensionamento e la regolazione gioco valvole idraulico sono solo alcuni dei miglioramenti introdotti da Isuzu.
Primi ad introdurre una capacità di traino fino a 3500 kg, che, grazie alla nuova funzione TSC, la quale riduce automaticamente le oscillazioni del rimorchio, è possibile in tutta sicurezza, Isuzu D-Max aiuta il conducente per la partenza in salita grazie al sistema HSA e mantiene automaticamente una velocità di discesa costante grazie al sistema HDC, migliorando così il controllo del veicolo e la sicurezza di chi è a bordo. Oltre a questo e ai già citati airbag, sono di serie su tutta la gamma il sistema frenante con ABS e il controllo ripartizione del carico in frenata EBD.
Presentata per la prima volta a Parigi durante il Mondial de l'Auto 2018, si tratta di un’edizione speciale del nostro Isuzu D-Max Crew, per l’occasione denominato “Crew Paris Plus”. Un veicolo che possiede tutte le caratteristiche del Solar Plus, con l’aggiunta di numerosi accorgimenti estetici. Esternamente, il veicolo è stato arricchito da bande adesive personalizzate e dal logo Paris-Edition, a cui si aggiungono il Mountain Top con le Sportbar INOX e speciali cerchi in lega da 18”. Gli interni sono stati pensati per offrire il massimo del comfort in totale sicurezza. Oltre ai dispositivi ABS, EBD, BAS, ESC, TCS, HAS, HDC, di serie su tutta la gamma, Isuzu D-Max Crew Paris Plus ha la possibilità di monitorare la pressione di ogni singolo pneumatico in maniera indipendente grazie al sistema TPMS.
A tutto ciò si aggiunge l’innovativo Sistema Anticollisione Mobileye, un vero e proprio “co-pilota” dotato di avviso di collisione frontale (FCW), monitoraggio della distanza di sicurezza (HMW), avviso di collisione con pedoni (PCW), avviso di collisione con ciclisti (CCW), avviso di superamento corsia (LDW) e avviso superamento limite di velocità e lettura cartelli stradali (SLI), per una totale padronanza del mezzo. L’intrattenimento a bordo è garantito dalla radio doppio DIN con bluetooth, DAB e navigatore con Apple CarPlay e Android Auto e da 8 altoparlanti (2 frontali, 2 posteriori, 2 tweeter + 2 sul tetto).
Il 2020 segna l’arrivo del nuovo D-Max ISUZU: il D-Max N60.
“N” come “Namibia” e “60” come gli anni di ISUZU nel mondo pick-up.
Ci troviamo di fronte ad un modello totalmente nuovo, le cui parole chiave sono “Efficienza” e “Robustezza”.
Design esterno ed interno completamente rivisto, sostanziali novità su motore, cambio, telaio, carrozzeria, sistema Infotainment e sistemi di sicurezza ed aiuto alla guida avanzati ADAS, senza lasciare da parte le capacità off-road, che sono state ulteriormente migliorate, fanno di ISUZU D-Max N60 un mezzo che vuole diventare il nuovo riferimento nel mercato dei pick-up con portata utile di 1 ton.
Scoprilo su www.isuzu.it e in tutte le concessionarie ISUZU.